Plogoff: una lotta popolare contro il nucleare
samedi 2 juillet 2011
dimanche 26 juin 2011
aggiornamenti dalla Val di Susa
Alcuni link da cui poter seguire la lotta:
sito del NOTAV - Comitato di Lotta Popolare contro l'alta velocità
diretta di radio blackout
NOTAV L’assemblea di popolo della Libera Repubblica ha deciso: resistere, con coraggio e determinazione.
[Da Notav.info]
Più volte abbiamo sottolineato come ai nemici del movimento notav manchino gli strumenti per comprendere una realtà politica come questa. E oggi ne abbiamo avuto la conferma ulteriore. Chiunque avesse assistito all’assemblea popolare della Maddalena si sarebbe posto delle domande che non gli avrebbero fatto tifare con tanto furore né per il treno ad alta voracità né per l’intervento poliziesco.
Uomini e donne, giovani e anziani, valsusini e non, hanno dimostrato cosa si ala partecipazione diretta, la democrazia dal basso di una lotta popolare come quella notav.
Il movimento si è convocato in assemblea perché ha capito di essere agli ultimi giri di lancette rispetto al blitz, tutto lo fa pensare, sia la data del 30 giugno che molti e numerosi segnali che giungono (ben supportati dai fatti dei tanti amici sparsi per i territori).
Da sempre e realmente l’assemblea è il cuore e poi la mente dell’agire collettivo del movimento e oggi, si è dimostrata ancora una volta tale, piena di passione e determinazione.
Si doveva spiegare a tutti la situazione in corso , i segnali dati dalle truppe di Maroni che man mano si avvicinano parcheggiando qua e là per il Piemonte, scegliere se lanciare l’allarme rosso e decidere sulla fiaccolata di domenica sera.
Tutto è stato fatto, badando al concreto: domenica sera fiaccolata da Chiomonte paese alla Libera Repubblica, allarme generale in vigore da domenica sera e tutti uniti per resistere, con coraggio e determinazione, perché 22 anni di lotta sono un patrimonio da difendere…anche con le barricate.
Ma non è il risultato nella realtà che va evidenziato, e il come ci si é giunti. Decine d’interventi che hanno fatto il punto della situazione, tutti senza retorica ma al contrario spinti dalla concretezza e dalla passione. Sogni snocciolati uno a uno, da quanti ci mettono la voce, interpretando le mani e le facce di un popolo che è ri-nato con la lotta contro il treno crociato. Deriso dai poteri, ostacolato da chiunque, quell’essere un po’ montanari e un po’ ribelli congeniti, ha portato l’assemblea a scegliere la resistenza indifferentemente dal nemico, e dalla quantità delle truppe, che avrà davanti.
Il movimento si è convocato in assemblea perché ha capito di essere agli ultimi giri di lancette rispetto al blitz, tutto lo fa pensare, sia la data del 30 giugno che molti e numerosi segnali che giungono (ben supportati dai fatti dei tanti amici sparsi per i territori).
Da sempre e realmente l’assemblea è il cuore e poi la mente dell’agire collettivo del movimento e oggi, si è dimostrata ancora una volta tale, piena di passione e determinazione.
Si doveva spiegare a tutti la situazione in corso , i segnali dati dalle truppe di Maroni che man mano si avvicinano parcheggiando qua e là per il Piemonte, scegliere se lanciare l’allarme rosso e decidere sulla fiaccolata di domenica sera.
Tutto è stato fatto, badando al concreto: domenica sera fiaccolata da Chiomonte paese alla Libera Repubblica, allarme generale in vigore da domenica sera e tutti uniti per resistere, con coraggio e determinazione, perché 22 anni di lotta sono un patrimonio da difendere…anche con le barricate.
Ma non è il risultato nella realtà che va evidenziato, e il come ci si é giunti. Decine d’interventi che hanno fatto il punto della situazione, tutti senza retorica ma al contrario spinti dalla concretezza e dalla passione. Sogni snocciolati uno a uno, da quanti ci mettono la voce, interpretando le mani e le facce di un popolo che è ri-nato con la lotta contro il treno crociato. Deriso dai poteri, ostacolato da chiunque, quell’essere un po’ montanari e un po’ ribelli congeniti, ha portato l’assemblea a scegliere la resistenza indifferentemente dal nemico, e dalla quantità delle truppe, che avrà davanti.
Francesco, Luca, Alberto, Lele hanno saputo unire concretezza e sogni in parole di rassicurazione e di battaglia; gli avvocati hanno annunciato la loro presenza ben visibile e gli atti in piedi che, di fato, rendono illegale l’intervento delle forze dell’ordine e la stessa opera; Gigi ha spiegato come siamo già durati di più della Libera repubblica di Alba e che nel complesso della lotta, siamo più in là della guerra del Vietnam; i cattolici per la valle hanno annunciato una notte di preghiera per rafforzare lo spirito della lotta; Vincenzo Miliucci ha iniettato ardore nello spiegare la relazione che intercorre tra il popolo dei beni comuni e i notav; Giacomo Divizia ha portato ancora una volta il contributo della Fiom. Alcuni degli interventi che hanno animato l’assemblea della determinazione, ci verrebbe da dire quella in cui Marisa ha tranquillizzato tutti spiegando ai più scettici come il movimento sia la giusta sinergia tra persone diverse unite come un pugno in una lotta che vede tutti partecipi e rispettosi della storia di un movimento che non si è mai arreso.
Prendendo in prestito le parole di un intervento: “mentre noi facciamo la storia…loro sono lì a fare i piani”
lundi 2 mai 2011
Scaricare PLOGOFF: PIETRE CONTRO FUCILI
Per poter vedere Plogoff: pietre contro fucili, abbiamo reso disponibile online l'intero documentario, in versione originale francese, con i sottotitoli in italiano.
Questo è il link da cui potete scaricarlo:
http://www.megaupload.com/?d=1D609Y52
Ecco alcuni manifesti dell'epoca sulla vicenda:
Questo è il link da cui potete scaricarlo:
http://www.megaupload.com/?d=1D609Y52
Ecco alcuni manifesti dell'epoca sulla vicenda:
dimanche 1 mai 2011
PLOGOFF: PIETRE CONTRO FUCILI
PLOGOFF: PIETRE CONTRO FUCILI
(1981, Plogoff: des pierres contre des fusils, di Nicole e Félix Le Garrec, auto-produzione Bretagne Films).
Questo documentario è ancora oggi attuale visto quello che sta avvenendo in Italia. Prima dell'incidente di Fukushima infatti, ogni opposizione al nucleare veniva bollata come ideologica e contro il progresso (come per il Tav del resto…) e l'epoca di Chernobyl appariva lontana e superata. Oggi è il solo opportunismo politico a spingere il governo a posticipare le tempistiche del riavvio della produzione nucleare made in Italy. Il loro obiettivo prioritario è quello di neutralizzare il referendum e impedire la creazione di reti autorganizzate che si oppongano all'installazione di centrali e determinate a lottare contro ogni provvedimeno legislativo che verrà preso in questo senso.
1978, in seguito alla crisi petrolifera, il governo francese decide di dare il via al suo ambizioso progetto di centrali nucleari. Tra i vari siti selezionati dal governo, vi è un paesino di 2.300 abitanti sulla punta nord della Bretagna: Plogoff. È un villaggio di pescatori e pastori dove il panorama delle onde che si infrangono sulle scogliere del capo toglie il respiro. Ma una volta che EDF (l'ENEL francese) ha già diffuso le planimetrie e iniziato i rilievi per la realizzazione della centrale.... ecco l'inatteso.
Gli abitanti di Plogoff e dei villaggi vicini questa centrale non la vogliono e sono pronti a lottare: un comitato di difesa si autorganizza. Il governo, invece, cerca di procedere con un'inchiesta pubblica perché i cittadini si esprimano in maniera ″addomesticata″ sulla centrale. Si sa, le inchieste governative sono solo uno stratagemma per pacificare e fermare gli oppositori.
Nel gennaio 1980, davanti al Comune, la gente, sindaco in testa, brucia i fogli dell'inchiesta: è questo il primo atto di resistenza. La risposta governativa porta gendarmi prima, e paracadutisti poi, a cercare di occupare la cittadina. La popolazione resiste, insorge: barricate nelle strade, manifestazioni che si trasformano in guerriglia… Plogoff diviene un campo di battaglia.
Le donne sono in prima fila nella mobilitazione, a urlare e a far crollare psicologicamente i giovani soldati inviati per picchiare gli oppositori. I giovani locali si dedicano in massa all’uso della fionda per lanciare pietre sui militari che invadono la città. Viene aperta radio Plogoff per diffondere i motivi e le voci della protesta in tutta la Bretagna, l’area dove dovrebbe sorgere la centrale viene auto-requisita e trasformata collettivamente in una zona di allevamento di pecore.
La battaglia di Plogoff è certamente un episodio territoriale ma critica in maniera radicale tutto il discorso politico sull’ineluttabilità del ricorso al nucleare e smaschera le imposizioni governative appliccate in nome di una democrazia del sopruso. Inoltre, in tutta la regione si attivano sperimentazioni dal basso per produrre energia attraverso fonti alternative, alla ricerca di un modello di fattibilità per la rinuncia alla dittattura nucleare. La gente si è mostrata unita e determinata, arrivando a rispondere collettivamente agli arresti e alla repressione, mostrando la propria determinazione nell'occupare la prefettura durante un processo agli attivisti antinucleare.
Alla fine la gente di Plogoff ce l´ha fatta: nel maggio 1981 il neopresidente dell’epoca Mitterand annuncia che “nessuna centrale nucleare sarà fatta a Plogoff”. Il piano nucleare francese non si è però fermato, ha solo risparmiato la Bretagna ma a tutt'oggi 19 centrali sono attive.
Le battaglie popolari contro le grandi opere e contro la sciagurata gestione capitalista dei rifiuti (discariche e inceneritori) tracciano la strada, percorsa già dalla gente di Plogoff: se i referendum non dovessero bastare bisogna essere pronti e disposti a erigere le barricate…
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